Uno dei tanti dubbi che attanaglia le menti delle coppie che iniziano ad affrontare la programmazione del loro giorno importante riguarda sicuramente la tipologia di musica da cercare e proporre nel corso del loro evento.
Scegliere la band che si sembra adeguata o che semplicemente ci piace molte volte può non essere sufficiente a garantire un perfetto svolgimento della giornata.
Il titolo di questo articolo, sicuramente provocatorio, vuole appunto analizzare un aspetto importante: Il matrimonio non è un concerto!
Vi sarà sicuramente capitato di assistere a esecuzioni nel corso di un matrimonio di un vostro parente o amico nel quale la band magari anche bravissima suonasse troppo o troppo poco. Ancora i volumi erano esagerati tali da non permettere neanche lo scambio di qualche parola con il vicino di tavolo. Questi sono solo alcuni aspetti che possono compromettere un giorno nel quale tutto dovrebbe filare liscio.
Uno dei problemi principali riguarda l’approccio: la musica nel matrimonio dovrebbe essere programmata, gestita in in base ai gusti degli sposi, al menù e relative pause, gestendo i volumi in relazione ai momenti.
Suonare dal vivo magari con una band per tre ore di fila risulterebbe stancante e ridondante per gli sposi e gli ospiti. Si tratta di sensibilità e momenti. Ogni cosa deve essere fatta al momento giusto. Volumi d’ascolto per le portate e maggiore loud per i momenti di divertimento, solitamente nelle pause tra una portata e l’altra. Il compito della band o del dj è quello di gestire i momenti in maniera funzionale. Si deve suonare il giusto non poco ma neanche troppo.
Programmare e approfondire è sempre la cosa migliore. Molto spesso basta una chiacchierata aggiuntiva di una mezzora per migliorare sensibilmente le cose.